GECO EXPO

Intervista a Simone Molteni di Lifegate

Dalla transizione energetica all’innovazione delle infrastrutture in ottica green. Ecco da dove passa la sostenibilità e la salvaguardia del pianeta secondo Simone Molteni, direttore scientifico di Lifegate, media partner di GECO. Lo abbiamo intervistato facendoci illustrare le molteplici possibilità di un mondo sostenibile, aldilà delle lente burocrazie.  

Quando parliamo di transizione energetica cosa intendiamo e come e quanto andrà ad impattare sulle abitudini e la qualità della vita dell'utente finale?

La transizione energetica è il passaggio, nella produzione dell’energia che anima le nostre case e le nostre vite, dall’uso di combustibili fossili alle fonti rinnovabili. Quest’evoluzione è la sfida ambientale più importante della nostra epoca, in quanto i combustibili fossili sono i principali responsabili dell’emissione di gas serra, causa prima dei cambiamenti climatici. Il lato positivo di questa transizione è che per l’utente, dal punto di vista pratico, non cambia nulla: l’energia elettrica è sempre la stessa, da qualunque fonte provenga. Quello che cambia è a monte, in quanto l’uso di fonti pulite che non producono CO2 né altri inquinanti ha un effetto positivo sullo stato di salute dell’aria e di tutto il pianeta, quindi anche sul benessere dei suoi abitanti.  

Secondo lei i quattro ambiti della legislazione dell’UE in materia di clima (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, Il regolamento sulla condivisione degli sforzi, le norme in materia di uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura e le norme in materia di prestazione – emissioni di CO2 per autovetture e furgoni) su cui la commissione UE ha avviato a metà novembre altrettante consultazioni, permetteranno di fare un salto in avanti rispetto gli obiettivi della transizione energetica?

In linea generale queste politiche sono corrette ma serve molto più coraggio, stiamo percorrendo passi giusti ma troppo lenti. E ancora si dovrebbero togliere tutti i sussidi "ambientalmente" dannosi, oltre ad incentivare le buone pratiche…solo in Italia ammontano a 19 mld di euro all’anno. Lifegate media partner Geco Expo

La sostenibilità rappresenta un elemento strategico per la competitività delle imprese, in tal senso ci si dovrebbe aspettare che tutti remino dalla stessa parte, invece non sempre è così, secondo lei cosa lo impedisce?

Purtroppo esistono molte imprese e molte istituzioni legate a modelli produttivi non sostenibili, che dovrebbero ormai essere sorpassati. Al contrario beneficiano ancora di forme di incentivazione pubblica. Servirebbe una legislazione più coraggiosa per orientare le risorse per il rilancio economico, che dopo la pandemia saranno ingenti, verso modelli d’impresa e produzione innovativi e quindi, per definizione, green. Un altro ostacolo è naturalmente la scarsa propensione di molte imprese e istituzioni al cambiamento: ai questi amministratori vorrei ricordare che il cambiamento ci sarà comunque, sta a loro farsi trovare preparati.

Parliamo da dieci anni di Smart City, sono stati fatti passi avanti il tal senso? Sono parte della transizione energetica?

La trasformazione di una città in una smart city è un processo complesso perché richiede una profonda innovazione delle infrastrutture, del modo di vivere delle persone, della riqualificazione del territorio, della progettazione di spazi urbani, dell’economia e delle istituzioni; soprattutto, richiede un ripensamento delle politiche e culturale. Si tratta di un insieme di tecnologie potenti ma complesse e spesso nelle nostre amministrazioni mancano le competenze per capirle e applicarle al meglio. Mi sembra tuttavia che qualcosa si stia muovendo, e soprattutto Milano stia facendo grandi passi avanti per raggiungere l’obiettivo, anche grazie alla sensibilità crescente dei suoi cittadini, come abbiamo mostrato nel nostro ultimo Osservatorio Milano Sostenibile di LifeGate. In quest’orizzonte, l’uso di energie pulite è uno dei tasselli fondamentali per rendere le città energeticamente autonome ed efficienti, così come per una vera mobilità smart, in quanto far circolare veicoli elettrici non alimentati da energia pulita è un vero boomerang per l’ambiente.  

Le rinnovabili sono sempre più diffuse, ora sembra che il prossimo passo sia guardare alle comunità energetiche. Sono tecnologie che vanno di pari passo con la transizione energetica secondo lei? C'è una tecnologia più o meno adatta ad accompagnare questo cambiamento?

Le comunità energetiche rinnovabili sono progetti di autoconsumo collettivo portati avanti da cittadini, associazioni e imprese commerciali che installano impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Lo sviluppo dell’energia pulita nel nostro Paese ha quindi una nuova opportunità di diffusione. Le tecnologie per puntare alla conversione alle rinnovabili esistono già tutte. Oltre a queste esperienze sicuramente meritevoli “dal basso” auspico anche una seria strategia energetica del paese “dall’alto” verso il 100% di rinnovabili nel mix energetico nazionale. Serve coraggio e significa anche togliere burocrazia e complicazioni inutili. L’energia pulita dev’essere il futuro di tutti.  

Il superbonus 110 per l'efficienza energetica avrà un ruolo strategico per supportare l'Italia a raggiungere i target UE?

È un incentivo che va nella direzione giusta: veicolare i fondi pubblici verso una maggiore sostenibilità, in questo caso degli edifici, che sono il tallone d’Achille del nostro paese, in quanto in gran parte vecchi e inefficienti. Purtroppo le procedure burocratiche per ottenerlo sembrano piuttosto onerose, e non vorrei che questo elemento ne ostacolasse le potenzialità.  

Perché ha scelto di sostenere GECO?

LifeGate non poteva mancare a una manifestazione sulla sostenibilità, peraltro declinata nei temi a noi più cari come l’energia, la mobilità e il turismo, e che si svolge in modalità innovative e non impattanti. Mi sembra una bellissima iniziativa che potrebbe dare un futuro interessante, e sostenibile, alle fiere di diversi settori.

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Pubblicato il 01-12-2020

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