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Quali sono le alternative energetiche dell'Europa se si raggiunge l’indipendenza dal gas russo?

Le sanzioni imposte alla Russia dalla comunità internazionale, fino ad ora hanno implicato soprattutto il congelamento dei flussi finanziari, ma si avvicina sempre di più la prospettiva di ridurre anche le importazioni di gas. Il gas naturale, infatti, lega Mosca a molte nazioni europee che lo importano e che non intendono più finanziare la guerra in Ucraina investendo in queste forniture. Per questa ragione l’Unione Europea ha annunciato che intende tagliare le importazioni di gas russo di due terzi e questo significa ridurle significativamente entro il 2023.

L’indipendenza dal gas russo ripropone la questione della sostenibilità

Lo stesso destino sta già riguardando altri combustibili fossili, come ad esempio il petrolio. Il presidente americano Biden ha infatti imposto il ban sul petrolio russo e sia l’Europa che il Regno Unito pianificano l’embargo entro il 2023.

Questo riporta al centro dell’attenzione la questione della sostenibilità, che negli ultimi anni è stata protagonista del dibattito sulla protezione del clima e sul contenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1.5°. Questo dibattito, molto acceso tra chi considera prioritaria l’emergenza climatica, è stato tuttavia ignorato a lungo dalla politica, fino a quando la questione ucraina l’ha riproposto in modo diverso.

Legandosi fortemente ai combustibili fossili russi, infatti, l’Europa si trova ora a finanziare una guerra, continuando, per giunta, a produrre un ingente quantitativo di emissioni inquinanti. La chiusura del gasdotto Nord Stream 2 da parte del governo tedesco, inoltre, dimostra come i miliardi spesi per la sua costruzione siano stati uno sperpero inutile, mentre il prezzo del petrolio, d’altro lato, continua a salire.

Nel frattempo, divenuto inaccessibile il fronte russo, si cercano altri fornitori di gas (Stati Uniti, Azerbaigian, Egitto, Giappone e Norvegia, tra gli altri). È per questo che i fautori di politiche economiche sostenibili si fanno sentire come e più forte che in passato, sottolineando come limitarsi a sostituire il fornitore non sia la soluzione.

Quali sono dunque le alternative al gas russo in Europa? Il problema è relativo soprattutto alle importazioni a lungo termine e alla necessità, anche geopolitica, di abbandonare i combustibili fossili importati.

Le alternative energetiche: si rilancia la sfida

Le principali alternative che l’UE sta considerando sono le seguenti.

Il gas naturale liquefatto (o GNL) è considerato il più pulito tra i combustibili fossili, ma è comunque dannoso per il clima. Potrebbe andar bene come soluzione a breve termine, ma andrebbe comunque abbandonato sul lungo periodo, sia perché non è sufficiente, sia perché è dannoso per l’ambiente.

Ancora più antiquata è la soluzione del carbone, che porterebbe alla riattivazione di vecchie centrali ormai dismesse. Il carbone è infatti considerato il peggior combustibile fossile sul piano dell’impatto ambientale e del riscaldamento globale, essendo infatti responsabile di oltre 0.3 C dell’aumento di 1C della temperatura media.

Lasciando da parte la questione dell’energia nucleare, oggettivamente complessa, un’altra opzione potrebbe essere l’importazione di carburanti basati sull'idrogeno pulito. Tuttavia, questa scelta potrebbe riproporre il problema della dipendenza dalla Russia, visto che Mosca ambisce a conquistare il 20% della quota di idrogeno globale entro il 2030. Potrebbe giungere in aiuto l’Australia, altro potenziale fornitore, ma la strada non è semplice, né rapida.

Si ritorna dunque, inevitabilmente, alle energie rinnovabili, che in alcuni Paesi stanno diventando l’opzione numero uno da considerare. È il caso ad esempio della Germania, in cui i Verdi fanno parte della coalizione di governo e in cui è un esponente del partito anche il ministro dell’economia, Robert Habeck. Da tempo Habeck ribadisce che l’espansione delle rinnovabili è l’unico modo per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e quindi dalla Russia di Putin.

La Germania sta infatti accelerando lo sviluppo dell’energia solare e progetti eolici onshore e offshore. Dimostrando di considerare le rinnovabili come la chiave di volta per la risoluzione dei problemi più urgenti e importanti del presente e del prossimo futuro.

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Pubblicato il 21-06-2022

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