Se pensiamo al turismo esperienziale quello che ci viene in mente è sicuramente l'esperienza unica che abbiamo vissuto durante un viaggio, magari in luogo noto per suoi percorsi paesaggistici o per le sue tradizioni dal punto di vista enogastronomico. Oggi intervistiamo un altro supporter della fiera virtuale GECO Cristina Mascanzoni Kaiser founder di WineHo, società di consulenza per il settore dell'hospitality...in cantina!?
WineHo nasce dalla fusione tra enologia e hospitality, quali sono i punti di contatto di questo binomio?
Molteplici. Soprattutto in questo mondo post-COVID, dove gli spazi aperti possono fare la differenza, il poter offrire esperienze turistiche uniche in un mondo come quello del turismo in cantina può diventare davvero un elemento distintivo per piacevolezza e sicurezza.
Quali sono gli aspetti con cui enologia e viticultura possono giocare un ruolo centrale in una proposta di turismo esperienziale?
Il sentimento di
ritorno alla terra è sempre più diffuso e poter partecipare, vedere, agire su un prodotto che poi si degusta è qualcosa di davvero richiesto e senza dubbio in crescita nell’ottica di un consumo consapevole.
L’industria turistica è una delle più importanti in Italia. Cosa pensi si possa fare per renderla più sostenibile?
Sicuramente formazione, formazione ed ancora formazione.
I turisti venivano in Italia per ciò che l’Italia è, oggi dobbiamo passare a ciò che l’Italia può offrire. Un’ospitalità attenta al marketing culturale e che può offrire esperienze personalizzate sicuramente sarà vincente.
La sostenibilità è la tematica centrale di GECO. In che modo viene promossa da WineHo?In che modo vi siete avvicinati a questo tema?
WineHo propone una consulenza ed una formazione per un turismo che faccia assaporare i territori e con essi i suoi prodotti unici, in particolare vinicoli. Il rispetto del territorio e la sostenibilità sua e dei produttori è chiave per disporre di prodotti unici e così WineHo desidera porsi per far sì che i propri clienti sappiano trasmettere questi concetti ai propri ospiti.
Il networking è alla base nella crescita dell’offerta turistica di un territorio, in che modo WineHo e la sua founder Cristina supportano questa best practice?
Come membro docente in rinomate business school e membro di comitati scientifici di settore (e.g. Atlas) oltre che speaker a conferenze internazionali quali IWINETC e Tebec e molte altre, ogni volta che noi partecipiamo a vario titolo ad un evento o formiamo delle persone,
promuoviamo la territorialità, perché il territorio è sempre la base di qualunque nostro prodotto.
Perché Wine Ho ha scelto di sostenere e partecipare a GECO?
Perché la sostenibilità è chiave e va approcciata a 360 gradi. Sostenibilità ambientale, ma anche sostenibilità economica-
che promuove GECO ndr- dei nostri produttori e solo con la consapevolezza di questi elementi il futuro potrà essere migliore.
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Domanda sul vostro core: meglio bianco o rosso? Meglio sostenibile o profittevole?
Sul bianco o rosso la risposta è dipende. Dipende dal contesto, dall’abbinamento, mentre sul Sostenibile o Profittevole vedo meno il trade-off. Credo in particolare che
la sostenibilità passi dall’essere profittevole, come dicevamo prima, se un produttore non margina non ha ragione di proseguire, ma questo impoverisce l’offerta. La risposta per noi di WineHo è ancora formazione ovvero riuscire a proporre al cliente
un’offerta che vada al di là del mero prodotto, che sappia informarlo della sua complessità e possibilità di ottenere un qualcosa di unico. Così il trade-off si risolve con un vantaggio per tutti.